Algida cima, svettava
in un valzer di petali, appesi
al fiato gelido
del suo sbadiglio stanco
che atterravano mesti, lenti e cauti,
con ticchettio inudibile, incolore.
Lei nel silenzio, impassibile
a spogliare margherite
nell’ombra tersa e leggera
di un azzurro limpido, improbabile
col fare assorto ed austero di chi
non potendo scegliere
pensa che tutti debbano tacere
e per questo, non ascolta.
Lo specchio di Lui
grigio aereo, impenetrabile
scrosciò in pianto incolpevole
rabbioso
e le Sue rughe sputavano, al vento
il sale la schiuma e il rancore
sciogliendo in nulla, il tenue sussurro
di remoti timidi marosi.
Poi l’aria Li avvolse
cerulea, improvvisa.
Smorzò la furia del Mare, vociante
Accese la pace, muta, della Montagna
E nel cielo aperto, si amarono
Lei, e la sua arrivabile quiete
Lui, e i suoi complicati sospiri
Entrambi vivi
Entrambi immobili.
in un valzer di petali, appesi
al fiato gelido
del suo sbadiglio stanco
che atterravano mesti, lenti e cauti,
con ticchettio inudibile, incolore.
Lei nel silenzio, impassibile
a spogliare margherite
nell’ombra tersa e leggera
di un azzurro limpido, improbabile
col fare assorto ed austero di chi
non potendo scegliere
pensa che tutti debbano tacere
e per questo, non ascolta.
Lo specchio di Lui
grigio aereo, impenetrabile
scrosciò in pianto incolpevole
rabbioso
e le Sue rughe sputavano, al vento
il sale la schiuma e il rancore
sciogliendo in nulla, il tenue sussurro
di remoti timidi marosi.
Poi l’aria Li avvolse
cerulea, improvvisa.
Smorzò la furia del Mare, vociante
Accese la pace, muta, della Montagna
E nel cielo aperto, si amarono
Lei, e la sua arrivabile quiete
Lui, e i suoi complicati sospiri
Entrambi vivi
Entrambi immobili.
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