Dalla tua stanza ascoltavo
il tocco mesto, lontano
di una lunga eco di campane
il tocco mesto, lontano
di una lunga eco di campane
Ch'era bella, eppure
io non lo sapevo.
io non lo sapevo.
Riempivo il vuoto
l’aria lieve
vibrando sogni ingenui
e fragilivibrando sogni ingenui
sulla mia noia impazzita
Avevo il tempo allora, e m'illudevo
di non saperlo perdere
lasciandoti aspettare, a porta chiusa
un gesto una parola
un sorriso.
Ricordo ancora quei giorni
lunghi
i pomeriggi ariosi e lenti a curiosare
di sopra
tra le tue cose
Mentre accudivi amorevole
la tua terrazza odorosa
E avevi un volto, e una voce
che ormai, però
i pomeriggi ariosi e lenti a curiosare
di sopra
tra le tue cose
Mentre accudivi amorevole
la tua terrazza odorosa
E avevi un volto, e una voce
che ormai, però
io non ricordo.
Qualche emozione, sbiadita
Qualche emozione, sbiadita
ecco, quel che mi resta;
perché in due note, sparse al vento
il mio tempo s'è smarrito.
Melodia inutile, forse
perché in due note, sparse al vento
il mio tempo s'è smarrito.
Melodia inutile, forse
la voce piccola e roca
muta nell’etere, troppo denso
che adesso ci separa
Ma anche così, per te
oggi almeno
proverò a cantarla.
muta nell’etere, troppo denso
che adesso ci separa
Ma anche così, per te
oggi almeno
proverò a cantarla.
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