La Primavera è, per antonomasia, molto più di una semplice stagione.
Simbolo di giovinezza, spontaneità, freschezza.
Del fiorire e rifiorire di emozioni.
Del nascere e rinascere di sensualità, fragranze, dolcezze.
Del risveglio della natura, col suo trionfo di colori, profumi, e non solo...
Come la Primavera di questi versi, che risalgono alla mia adolescenza.
Nell’aria dipinta dal gelo
tra steli di nebbia e rugiada
sussurra una voce velata
nel magico bianco mistero.
Coprendosi pudica ascolta
la terra nel candido manto,
la bacia il calore del giorno
se l’alba ne annuncia il ritorno.
Non primule libere al sole,
ché il vento le punge e imprigiona
ma un giorno, gioiose, verranno...
nel vento caldo
tra steli di nebbia e rugiada
sussurra una voce velata
nel magico bianco mistero.
Coprendosi pudica ascolta
la terra nel candido manto,
la bacia il calore del giorno
se l’alba ne annuncia il ritorno.
Non primule libere al sole,
ché il vento le punge e imprigiona
ma un giorno, gioiose, verranno...
nel vento caldo
la sua violenza
le sue carezze.
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