La vita è il mio viaggio. L'amore ne è meta, bagaglio, percorso.



PoesieRacconti

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giovedì 7 marzo 2013

ROSSO


Ogni infanzia ha i suoi colori. Colori speciali, che non si trovano altrove né possono essere fabbricati, perché composti di pigmenti magici, capaci di tingere il cuore e la memoria. Di odori, sapori, rumori.
Parlo di quelle percezioni, straordinarie e irripetibili, che il tempo inesorabile fa scivolare tra le dita come granelli di sabbia, che non riesci a trattenere, e più stringi il pugno e più loro scappano, uno dopo l’altro, quasi fossero ansiosi di raggiungere i loro fratelli dispersi che si sono lasciati andare per primi e ora giacciono a terra, un po’ ammucchiati a forma di cono e un po’ sparsi a caso sul pavimento.
E se ne stanno lì, fermi, accanto ai tuoi piedi, ma è ormai come se fossero a mille miglia da te, perché non riuscirai mai a ricomporli...
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È il rosso, il colore che prevale nei miei ricordi d’infanzia.
C’è il rosso brillante delle mie ballerine di vernice, l’amaranto della mia mantellina in lana cotta, il bordeaux del mio primo astuccio di scuola. C’è il carminio di una scatola alta e stretta in fondo a un vicolo striminzito di un borgo di case aggrappate l’una all’altra, e tutte insieme appese al cielo sul cucuzzolo di una collina: la casa dei nonni. L’intonaco ruvido era di una tinta granata accesa come gli stimmi di un fiore di zafferano, che la faceva spiccare fra le altre costruzioni, più larghe e basse, tutte dai colori tenui, diversi toni di rosa e giallo. E ancora, c’è il rubino del vino di zio Piero, di cui a Natale anche a noi bambini era concesso bere qualche sorso per esaltare il sapore delle frittelle della nonna: le panelle di mele e vin santo, che ancor oggi ricordo come la più grande delizia del palato e che per le feste non potevano mai mancare.
Della casa dei nonni amavo gli aromi. Il sentore di vaniglia che pervadeva ogni stanza per l’abitudine della nonna di profumarsi con quell’essenza zuccherina, e l’odore dolceamaro del tabacco, che un tempo il nonno fumava nella pipa e di cui conservava ancora qualche presa, da annusare per ravvivare i ricordi prima di raccontare a noi nipoti le avventure di quando navigava.

ROSSO.
Mentre cucino mi verso un bicchiere di vino, per allietare un po’ il mio pranzo solitario. Lo faccio sempre. Ma oggi il mio rosso è più scuro e limpido del solito, e odora di vaniglia tabacco e panelle. Allora mi torna in mente un Natale, fra i tanti trascorsi a casa dei nonni.
Eravamo in cucina, la nonna e io, gli altri a giocare a tombola accanto al camino. La nonna friggeva le panelle e io la osservavo estasiata, così bella pur con le sue rughe, la schiena curva, il profilo indurito dagli anni.
Fuori infuriava un putiferio di sibili, cocci che cadevano, imposte che sbattevano, cartacce come aeroplani, ulivi a sbracciarsi impazziti su un cielo torvo e minaccioso. In cucina, accanto alla finestra, un mulinello di foglie tenere venute da chissà dove volteggiava con grazia su un turbine invisibile. Certamente il movimento era creato da una corrente clandestina penetrata attraverso gli infissi; ma io, in preda al mio infantile entusiasmo, pensai che le foglie si stessero muovendo in una danza magica, sull’onda malinconica dei vapori effusi dal vin santo aggiunto alla pastella: melodia che le mie orecchie immaginarono di udire davvero.

ROSSO.
Questa sera è bastato un tramonto per farmi travolgere dai ricordi.
Mi aggrappo alla memoria, spiego le ali, e col sapore di vino e panelle ben stretto tra le labbra, decollo. Virando in volo catturo un alito di brezza, il palpito di un suono. Quassù è più dolce, il rosso del cielo.
«Sono a casa, nonna» sussurro piano al mio cuore mentre plano.
La casa è una scatola rossa, più stretta e bassa di un tempo. C’è il cartello “VENDESI” a destra del portone, accanto a una targhetta senza nome. Il  granata che ricordo è ormai sbiadito, e dov’è scrostato, l’intonaco tradisce un rosa pallido. Non serve bussare, in un attimo sono dentro ad avvitarmi sulla spirale delle scale, e odori colori e sapori riaffiorano, s’incollano al cuore, mi porgono ricordi che credevo di aver perduto. Li respiro.
Nell’aria ferma, una voce sottile di vento sbuffa e mi sfiora, un mulinello di foglie brune s’invola e volteggia al ritmo di una melodia nostalgica, e io mi sento così leggera che inizio a danzare, danzo con loro. Sul profumo di fiori frittelle e vin santo, fra il bianco il grigio il rosa dei marmi, il bruciato della terra, l’oro delle iscrizioni e il baluginare dei lumini.
Solo due passi al marmo rosso, l’unico. Quello col mio nome in caratteri di bronzo, una foto di me invecchiata e due date, una che non riconosco.
L’istinto grida VIA, VIA DA QUEL PENSIERO, e io subito fuggo, corro a cercare il blu limpido e sereno delle mie notti di bambina. Ma niente, quel blu non esiste. Non qui. Non adesso.
Il sole morente è di un cremisi intenso, s’adagia sul cobalto del cielo e lo snatura... né rosso né blu: viola.
Sorrido.
È qui la mia casa. All’ombra di un fiore.
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venerdì 1 marzo 2013

TREGUA NELL'AMBRA, un romanzo di Ilaria Goffredo


Oggi, 01 marzo 2013, prende ufficialmente il via la sfida di Ilaria Goffredo, una giovanissima e feconda scrittrice che, alla sua sesta pubblicazione in soli due anni (i romanzi sono 4, ma uno è suddiviso in tre libri), ha voluto cimentarsi in un romanzo storico sull'Italia della seconda guerra, e a quanto pare l'ha fatto con un certo successo, se si considera che la sua opera si è piazzata tra i finalisti del concorso letterario nazionale "Ilmioesordio, Edizione 2012"... e anche a giudicare dall'entusiasmo dei lettori che l'hanno recensita!

Quale sfida?
Tentare di conquistare il grande pubblico,  di raggiungere un gran numero di lettori anche senza l'appoggio e la promozione di un grande editore.
Per riuscire nel suo scopo, Ilaria ha deciso di rendere il suo romanzo disponibile in formato ebook totalmente gratuito:
"E' la mia piccola protesta contro una realtà editoriale sbagliata; un modo per far conoscere i miei personaggi e ciò che hanno da dire; un modo per attirare l'attenzione sul mondo degli scrittori ignoti". 

Il titolo del romanzo è "TREGUA NELL'AMBRA".

Di cosa parla:
Del coraggio di una ragazza che diventa donna. Della tenacia di un amore in bilico sull'abisso. E' Il ritratto di un'Italia che non c'è più, la coscienza di ciò che siamo nel flusso della grande Storia.
In un romanzo che ha il sapore di sole e calce, terra e pane nero, la vita rincorre e sfida gli orrori della dittatura e dei campi di concentramento, spera nella attività antifasciste e incassa le perdite.

La trama:
Martina Franca, Puglia, gennaio 1943.
L'Italia è entrata in guerra da tre anni e la vita della popolazione peggiora di giorno in giorno. Gli stenti gravano anche sull'esistenza della giovane Elisa, una diciottenne piegata dal terrore del fascismo e dei bombardamenti alleati, dalla fame. Un giorno Elisa conosce Alec, il figlio di una vicina di casa, un uomo misterioso e dallo strano accento che suscita in lei un'adorazione che a volte si tramuta in timore...

Sembra promettente, vero?
E allora, che dire? Io comincio col fare a Ilaria un grandissimo "IN BOCCA AL LUPO"...
e poi vado subito a scaricare il suo romanzo!

Ecco il link:
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 Qualche informazione sull'autrice:
Ilaria Goffredo è nata nel 1987 e vive in Puglia. Ha viaggiato in tutta Europa e ha lavorato in agenzie di viaggi e grandi villaggi turistici. Nel 2005 ha lavorato come volontaria in una scuola professionale di Malindi, in Kenya, e lì si è innamorata di quella terra meravigliosa e della sua gente straordinaria. Ad ottobre 2010 si è laureata in Scienze della Formazione.
Cura una rubrica di recensioni letterarie sul blog di Itoidei, è stata giurata ufficiale del concorso "Casa Sanremo Writers Edizione 2013". Ha vinto diversi premi letterari per racconti e diari di viaggio.
Ha pubblicato: "Amore e guerra", "Il cavaliere d'Africa", "Un regalo per Kaninu"(tutti con 0111, nel 2012); "Il cavaliere d'Africa - Libro secondo, Libro terzo" con Lulu, sempre nel 2012); "Tregua nell'ambra" (in seconda edizione nel 2013).
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A tutti auguro una buona lettura!
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