La vita è il mio viaggio. L'amore ne è meta, bagaglio, percorso.



PoesieRacconti

Le visite a questo blog sono state...

mercoledì 12 maggio 2010

SE TI TAGLIASSERO A PEZZETTI, Fabrizio De André

Genova, 1940 - Milano, 1999

Che Fabrizio De Andrè sia uno dei più grandi poeti dei nostri tempi è, senza ombra di dubbio, opinione largamente condivisa.
Popolare, dovrei dire.
Fatto che, probabilmente, rende il grande FABER un poeta "nobile", davvero meritevole di tutti i riconoscimenti ad oggi ricevuti.
Oltre che (evenienza per nulla scontata, e certamente degna di nota) di un posto di riguardo tra gli affetti, e nella memoria, dei suoi milioni di ammiratori. Di ieri, e di domani.

Fra i suoi tanti capolavori ce n’è uno, in particolare, a me molto caro; compreso in un album del 1981.
Una canzone d’amore triste, delicata, bellissima.
Che poi in realtà non è propriamente una canzone d’amore, ma per certi versi addirittura l’opposto, poiché si tratta piuttosto di un’esaltazione della libertà, di un inno e un’esortazione all’ANARCHIA (tant’è vero che il testo, almeno sua nella versione originale, fu prontamente censurato).
Eppure per molto tempo io, in preda al mio incorreggibile romanticismo, non ho voluto prestare grande attenzione a questo aspetto. E sì che De Andrè è stato molto esplicito, col suo “signora Libertà, signorina Fantasia...” (ex: signorina ANARCHIA)!
Ho preferito continuare a interpretarla, invece, come un ricordo dolce e nostalgico. Di un uomo che ha amato una donna, e sul corpo e nel cuore porta ancora i segni della passione.
Poi un giorno, finalmente... l’illuminazione! (ehm sì, lo so... per certe cose non sono molto perspicace!?)
Se devo essere sincera, però, non mi spiace essere recidiva.
E mi concedo ancora di pensare a questa canzone così, come in fondo non è ma potrebbe anche essere: come a una poesia d’amore e basta.
Per tornare a commuovermi, quando la sento. Sempre, come la prima volta che l’ho ascoltata.
.
Alcune cose della vita, che sul momento appaiono poco chiare, si fanno comprendere più tardi. Col senno di poi.
Altre invece, e sono tante, non si possono mai capire fino in fondo.
Ma forse, dopo tutto... stanno bene lì, dove sono.
Nel cassetto dei misteri mai svelati.
.

.

1 commento:

  1. Le cose, e il mondo, non sono ciò che sono in sè, ma quello che rappresentano, che significano per noi. E questa è, e sarà sempre, una canzone d'amore.

    E adesso aspetterò domani per avere nostalgia.

    RispondiElimina