La vita è il mio viaggio. L'amore ne è meta, bagaglio, percorso.



PoesieRacconti

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giovedì 25 febbraio 2010

Kung Fu Panda - Un film ricco di poesia!


Oggi ho voluto citare il cartone di Po, il simpatico ed esilarante panda grassottello della DreamWorks.
Perché penso che la storia, tenerissima, dell’aspirante guerriero un po’ imbranato narrata nel notissimo e avvincente film di animazione, sia un mix ben bilanciato di tenerezza, fantasia, divertimento. Sapientemente arricchito, oltretutto, di insegnamenti morali e significati profondi, che emergono dalla narrazione in modo assolutamente lieve, mai pesante.

Dal film è possibile cogliere, molto chiaramente, cinque messaggi fondamentali:
- l’importanza della fiducia, in se stessi e negli altri;
- la ricchezza che occorre saper cogliere nella saggezza degli anziani e negli insegnamenti dei genitori;
- la possibilità di “plasmare” il destino in base alle proprie aspirazioni, facendo leva su volontà e determinazione;
- spesso le apparenze ingannano, è importante esaminare più a fondo ciò che ci circonda, senza fermarsi alla superficie;
- a volte i difetti possono diventare pregi, se si parte da questi per migliorarsi.

Oltre che un piacevolissimo modo per trascorrere un pomeriggio, il cartone di Kung Fu Panda è quindi, a mio parere, un’opera ricca di significato, emozione, sentimento.
Insomma, una storia che è anche... POESIA! E che, senza dubbio, può essere apprezzata dai “bambini” di ogni età.
Per questo ho voluto regalare un assaggino del film, a chi ancora non lo conosce; e un’occasione di ricordo a chi invece, come me, lo ha visto e amato!

Vorrei ora concludere citando una frase molto bella del saggio maestro Oogway, la vecchia tartaruga che ha creato il kung fu:

“Ieri è storia, domani è mistero, ma oggi è un dono...
per questo si chiama presente!”.

BUONA VISIONE!


Bookino parla del mio libro!

Soldati, di Giuseppe Ungaretti



Breve, incisiva.
Splendida.
Non occorre aggiungere altro.

Soldati
Bosco di Courton luglio 1918

Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie.

lunedì 22 febbraio 2010

La piana dei cavalli bradi


















Claudio Baglioni è il mio cantante preferito da sempre.
Mi piace da la sua voce perché riesce a farmi vibrare dentro, mi piace lui come persona per la sua indole riservata, mi piace il suo bellissimo animo di poeta.
Riesce sempre a stupirmi e incantarmi, la poesia di certe sue canzoni.
Poesia che, tutt'altro che svilita dall'essere "musica leggera", è anzi esaltata e completata dalla melodia che, come un'onda, la culla e trasporta in maniera (a mio modo di vedere) assolutamente perfetta...
Questa mattina mi sono svegliata con questa meraviglia in testa:

La piana dei cavalli bradi
[Claudio Baglioni]

nervi lisci di cavalli a sfaticare sere
a calmarci di sudore in fiaccole di gelo
inutilità di foglie stupide e leggere
nubi di bucato sugli stenditoi del cielo
come è duro essere nuovi avere un'altra storia
io ti amai con noncuranza senza mai uno scopo
i ricordi sono acqua e l'acqua è memoria
il dolore è sforzo e vino uccide il giorno dopo
vento di girandole in mezzo alle immondizie
mi fa freddo così tanto da cercarti adesso
e ad un certo punto andare e non dar più notizie
solo in compagnia di se e chiedere il permesso
per essere te stesso
mai non odiarmi mai
se mi allontanai perché potessi appartenerti
mai non ti ho vissuto mai
e ti rinunciai già rassegnato a non saperti
quanti addii che immaginai
facchini e treni a sbuffare intorno
e tavoli di avanzi in un viavai di camerieri
un fiammingo sole sta per inchiodare il giorno
rondini croci d'autunno infilano pensieri
guizzi in occhi di cavalli laghi nero fondo
anime di ombre nell'attesa delle stalle
è un'immensa sala in cui aspettiamo questo mondo
il futuro è qui davanti o già dietro le spalle
chiuderò la porta a far star bene la tua assenza
ci sarà fedele sempre il cane del rimorso
i cavalli origliano quest'aria di impazienza
a metà della speranza io cambiai percorso
e poi non ho più corso
mai non odiarmi mai
io mi allontanai perché potessi raccontarti
mai non ti ho vissuto mai
e ti rinunciai già rassegnato a ripensarti
sudai di sud
di vento diventai
e andai con la voce andai
coi capelli andai lungo sentieri di tornadi
e andai con il cuore andai
fino a che trovai la piana dei cavalli bradi
scalpitai
scartai
m'impennai
scalciai
galoppai
saltai
m'involai

venerdì 12 febbraio 2010

Poesia?

Ho sempre amato la poesia, anche da bambina.
Scrivevo i miei versi in rima, poi qualcuno li leggeva e mi chiamava poetessa.

Crescendo i miei componimenti li ho tenuti nascosti, erano il mio tesoro privato.

Finché, un giorno, ho trovato il coraggio di condividerli.

Non vorrei peccare di presunzione, chiamandoli "poesie". Ma cos'è la poesia, se non questa?

Una sensazione improvvisa che accarezza, sfiora la memoria, si posa sul cuore.

Poi si insinua nei pensieri, e nella mente rimbalza e riecheggia.

Prende la forma di parole, che si ripetono. Eco di emozioni in cerca di risposta.
Eccola, arriva. E allora scrivo.

Come betulle, al vento





Oggi vi propongo "Come betulle, al vento".

Questa poesia mi è valsa la "Menzione d'onore" nel concorso Onda d'Arte 2008, promosso e organizzato dalla Pro Loco di Ceriale. E con essa mi ha regalato una serata emozionante, che certamente non dimenticherò facilmente... oltre ad un week end omaggio in riviera, del quale però non sono riuscita ad usufruire. Una bella soddisfazione comunque!

Amo la betulla perché è una pianta che, a dispetto della sua figura esile, è in effetti molto tenace e resistente... un po' come i sentimenti.
E amo il vento, che mi ricorda la mia infanzia e adolescenza, il mio mare...
Il vento è un alito del cielo, ma anche il fiato dell'anima. Un'aria dolce e al tempo stesso prepotente, capace di scuotere i cuori con la sua passione.

Il cielo respirava
un canto mite, lento
nel grigio non più immoto
di un tenero tiepido mattino.

Soffiava piano, carezze lievi
su frotte di spighe ripiene di sole;
e mormorava, voce infantile
fra gracili betulle stonate
sul canto allegro dei fringuelli.

Così vibravano, al vento
sui fusti sottili e chiari
le folte chiome d’argento:
come i cuori incauti
e speranzosi
che allora avevamo in petto.

Poi prese a piangere, il cielo.
Un sussurro sommesso
insistente.
E pianse a lungo, fino a spargere
anche i suoi ultimi, caldi umori.

Si piegarono, le spighe.
Si quietarono, i rami.
E si sciolsero, col vento
nell’aria umida di pioggia
anche le nostre, brevi
già remote emozioni.

mercoledì 10 febbraio 2010

Vi parlo di Anobii


Oggi voglio parlare di Anobii a chi ancora non lo conosce.

Detto, fatto:
COPIO e INCOLLO un articoletto esplicativo che... (chissà se devo dirlo?! Ma sì, lo dico...) ho scritto io!

http://www.articoli-gratis.it/2010/01/la-libreria-virtuale-di-anobii-che-bella-scoperta/


La libreria virtuale di Anobii: che bella scoperta!

Anobii è una rete sociale in internet (Internet Social Network) dedicata ai libri e agli amanti della lettura che, come si legge in Wikipedia, deve il suo nome all’Anobium punctatum (“il tarlo della carta”).
La registrazione al portale è molto semplice, intuitiva, assolutamente gratuita.
Ogni utente iscritto ha a sua disposizione una libreria virtuale in cui catalogare (semplicemente inserendone il codice ISBN o il titolo) i libri già letti, quelli in lettura, quelli che desidera leggere in futuro. La libreria potrà essere visionata dagli altri “anobiani” che, a loro volta, metteranno la propria a completa disposizione di chiunque voglia visitarla.
A lettura terminata, accanto al titolo inserito l’utente potrà apporre la sua votazione del libro (da 1 a 5 stelle) oltre che, se lo desidera, redigerne una recensione più o meno completa. O semplicemente inserire un’annotazione personale (per esempio una frase che lo ha colpito particolarmente, o una sensazione che ha reso speciale quella lettura ).
Ma oltre che un pratico ed efficiente “taccuino”, davvero utile per chi legge molto e desidera tenere a mente il più possibile il frutto delle sue letture Anobii è anche, e soprattutto, un punto di incontro e confronto fra migliaia di persone con gusti ed interessi simili.
In questo incontro/confronto, l’utente è aiutato dal calcolo automatico della “compatibilità” fra le letture dei diversi utenti. Calcolo che consente ad ognuno di individuare facilmente chi ha gusti simili ai propri, e di interagirvi. Diventare utente anobiano risulta comunque, di solito, uno stimolo ad avventurarsi anche verso la conoscenza di nuovi autori e titoli, più o meno noti al grande pubblico.
Proprio per questo oltre agli accaniti lettori, anche gli autori “in erba” (non sempre in senso anagrafico, si intende) possono trarre grande beneficio in termini di visibilità dalla loro adesione alla Web Community.
In proposito vorrei segnalare la possibilità, per tutti gli iscritti, di “leggere gratis” i libri che più sembrano confacenti ai propri gusti letterari aderendo alle “catene di lettura” proposte dai diversi gruppi.
Molti autori esordienti infatti, pur di farsi conoscere e di valutare l’impatto delle loro opere sui lettori, mettono a disposizione gratuitamente i propri libri che, di mano in mano (al solo costo di una spedizione postale, pari a soli 1,28 € con la tariffa Piego di Libri), percorrono la penisola in lungo e in largo allo scopo di farsi leggere. La catena si chiude quando l’ultimo “anello” rispedisce il libro al legittimo proprietario... che lo riceve un po’ sciupato, è vero, ma in compenso corredato di un inestimabile bagaglio di pensieri, critiche, consigli.
E, ve lo assicuro, ci sono autori ancora poco noti o del tutto sconosciuti (perché magari hanno pubblicato con piccole case editrici non in grado di supportarli con una promozione adeguata) in grado di riservare delle vere sorprese!
Tra l’altro le discussioni intavolate dagli utenti anobiani possono essere davvero interessanti, perché la comune passione letteraria è spesso solo un punto d’inizio, in grado di trasformarsi in un “trampolino” per la condivisione di altri interessi, e per lo scambio di opinioni anche su argomenti che esulano la lettura (o la scrittura).
In definitiva, Anobii è a mio parere un Social Network davvero innovativo e interessante, che consente di dire la propria sui libri che si amano o si odiano, e di ascoltare il parere di tanti lettori comuni. Semplici lettori, che vogliono comunicare con i “propri simili” mettendoli a parte dei propri pensieri e delle proprie emozioni, in maniera del tutto spontanea e sincera.
Insomma, una vera miniera di recensioni “pure”, messe nere su bianco per il solo piacere di farlo. E quindi veramente libere... da tutti quei filtri e condizionamenti imposti dalle attività promozionali legate alla grande distribuzione editoriale.
Assolutamente consigliato!

martedì 9 febbraio 2010

Nazim Hikmet


Da: Lettere dal carcere a Munevver

1942

Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l'ho ancora detto.



mercoledì 3 febbraio 2010

Perché INCONTRO?

La vita è un viaggio.
Che cosa ci emoziona di più in un viaggio, se non la scoperta?
E la scoperta altro non è che un INCONTRO.
Un incontro da cui nasce, insieme allo STUPORE, l’inevitabile CONFRONTO con ciò che già conosciamo e ci appartiene.
Ed è proprio l’INCONTRO (= stupore + confronto) a rendere unico e speciale ogni approccio alla vita... così come alla lettura.

Per queste ragioni, vorrei che questo blog diventasse un luogo di incontro.
Un meraviglioso, speciale incontro di versi e parole... pensati da poeti e scrittori, siano essi già consacrati o ancora sconosciuti.
Un incontro tranquillo, da assaporare in silenzio. Lasciando da parte per qualche minuto la fretta e la frenesia che attanagliano i nostri giorni.
Un incontro in cui tutti possano sentirsi liberi di contribuire, con la propria voglia di scrivere, poetare... incontrare!

Il mio contributo di oggi è una poesia a mio parere stupenda, che ho molto amato anche ai tempi della scuola. Ma che solo di recente ho veramente riscoperto, ritrovandola nella memoria. Di certo non invecchiata, anzi se possibile ancor più bella di quanto potessi ricordare.

Il poeta si riferisce ai giorni dell’occupazione tedesca in Italia.
Ma, a pensarci bene, si tratta di versi ancor oggi attualissimi...

La poesia cui mi riferisco è

Alle fronde dei salici
di Salvatore Quasimodo.

E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull'erba dura di ghiaccio, al lamento
d'agnello dei fanciulli, all'urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?

Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese
oscillavano lievi al triste vento.